Serata con l’attrice genovese Elisabetta Pozzi. Centenario della scomparsa di Eleonora Duse
giovedì, 30 Gennaio 2025

Giovedì 30 gennaio 2025 si è tenuta la riunione conviviale del RC Genova Nord Ovest presso l’Hotel

Bristol Palace, con la gradita presenza, come relatrice, della grande attrice genovese Elisabetta Pozzi.

Avviata la serata con il consueto tocco di campana, la Presidente Rosaria Pagano, dopo aver precisato

che il programma avrebbe subito un piccolo cambiamento, con la cena preceduta dalla relazione

dell’ospite, ha presentato la relatrice Elisabetta Pozzi, della quale ha letto il Curriculum, ricco di

prestigiosi spettacoli teatrali e cinematografici, per i quali le sono stati attribuiti importanti

riconoscimenti, fra i quali il David di Donatello per il film Maledetto il giorno che to ho incontrato di

Carlo Verdone e 4 Premi UBU, considerato il riconoscimento più importante di teatro in Italia (prende

il nome dall’opera teatrale UBU RE di Alfred Jarry, drammaturgo francese) il Premio della

Associazione Critici Teatrali, il Premio Eleonora Duse alla carriera, il Premio Franco Enriquez e il

Premio Ipazia per l’Eccellenza femminile.

Da maggio 2021 Elisabetta Pozzi ricopre il ruolo di Direttrice della Scuola di Recitazione del Teatro

Nazionale di Genova.

La Presidente ha poi passato la parola al socio Paolo Lingua, scrittore e critico teatrale, che ha

introdotto la serata dedicata a Eleonora Duse.

 

Eleonora Duse (Vigevano 1858 – Pittsburgh 1924) è stata la più grande e innovativa attrice italiana. Per

lei fu coniato il termine di riferimento “la divina” e fu una interprete di successo non solo in Italia, ma

anche in Europa e negli Stati Uniti, dove morì durante una tournée. Figlia di attori girovaghi, esordì a 4

anni nella parte di Cosetta in una edizione teatrale de “I miserabili” di Dumas. Iniziò giovanissima la

carriera di primadonna, interpretando testi degli autori di maggior successo della sua epoca, come

Sardou e Dumas figlio. Fu anche protagonista di una edizione teatrale de “La cavalleria rusticana” di

Mascagni. Le sue eccezionali “performances” erano frutto della originalità della lettura dei testi e della

loro rielaborazione che lei effettuava “in privato”. Provava sovente senza parlare e poi assorbendo i

testi in un personale “silenzio”, senza prove. Coinvolgeva poi direttamente gli altri attori. La sua era una

singolare e originale forma di regia dalla quale emergevano sul palcoscenico la sua originalità e la sua

forza interpretativa sia nelle parole, sia nella gestualità. L’altro aspetto peculiare della Duse è come

offriva l’immagine, anche sociale, del ruolo della donna moderna, libera e autonoma, al di fuori

dell’ancor diffuso schema comportamentale piccolo borghese, benpensante e ultraconservatore. La

“donna Duse” era, per i suoi tempi, “rivoluzionaria” e questo accentuava la sua affascinante originalità

sulla scena. Era una delle cause dell’interesse nei suoi confronti che provavano i maggiori autori

contemporanei. La vita privata della Duse è stata inquieta e tormentata e sovente collegata alla sua

attività professionale. Ha avuto un breve matrimonio con un modesto attore da cui ha avuto una figlia,

poi una relazione con lo scrittore e poeta Arrigo Boito. Più complesso e tormentato il rapporto, durato

una decina d’anni a cavallo tra i due secoli, con Gabriele D’Annunzio. E’ stato per entrambi un grande

amore, sia pure con repentini alti e bassi. D’Annunzio dedicò alla Duse, oltre che testi teatrali, un

romanzo, “Il fuoco”.

La parola è passata alla relatrice, Elisabetta Pozzi.

Elisabetta Pozzi, che recentemente ha realizzato uno spettacolo dedicato a Eleonora Duse, forte della sua

lunga esperienza di attrice, ha illustrato con una analisi profonda e brillante le caratteristiche eccezionali

della personalità di Eleonora Duse, mettendone in evidenza gli aspetti caratteriali e la eccellenza artistica

con una relazione profonda e brillante, che ha suscitato l’interesse e l’entusiasmo dei soci, che l’hanno

lungamente applaudita.

Si è poi svolta la cena conviviale che si è conclusa con il consueto tocco di campana.