Il giornalista e scrittore Mario Paternostro presenta il suo ultimo libro “Strasse – Luoghi della memoria o memoria dei luoghi?”
giovedì, 20 Febbraio 2025

Giovedì 20 febbraio 2025, alle ore 19,45, presso l’Hotel Bristol Palace di Genova, si è tenuta la riunione conviviale del RC Genova Nord Ovest con la presenza del relatore, Dott. Mario Paternostro, per la presentazione del suo ultimo libro “Strasse – Luoghi della memoria o memoria dei luoghi?”.

Mario Paternostro, è nato a Genova nel 1947. Dopo la laurea in Giurisprudenza ha scelto il giornalismo. Prima a Il Lavoro, lo storico quotidiano socialista, poi al Giornale Nuovo di Indro Montanelli, e infine a Il Secolo XIX dove è stato capocronista, capo della Cultura, inviato di politica e vicedirettore. Dal Decimonono alla tv privata Primocanale, di cui è stato direttore responsabile per undici anni. Ha insegnato Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico. Ora collabora come editorialista e autore e conduttore di Terza, trasmissione culturale storica su Genova. Tra i docufilm realizzati “Il Racconto di Genova”, “I cento anni di Bandiera rossa” e “La grande alluvione”, “Salir”, “Un giorno a Genova nel Medioevo”, “I Rolli in giardino” e “Ti ricordi?” con Franco Manzitti.

Ha scritto “Le buone società” per Costa & Nolan, Genovesi, “Lezioni di Piano”, Viaggiatori mangianti”, “Valigie al dente” e “Dialoghi sui minimi sistemi (con Claudio G. Fava)” per De Ferrari, passando poi ai romanzi noir con “Troppe buone ragioni” e “Il sangue delle rondini” per Il Melangolo, Le povere signore Gallardo” e “Bésame mucho” con Mondadori, infine “Il Cardinale deve morire”, La spia di Cechov” e “Le ombre di Genova” con Fratelli Frilli Editori e “Togliatti e il Cardinale” ancora per De Ferrari.

Dopo la cena, Mario Paternostro ha svolto una interessante “chiacchierata”, come da lui stesso definita, sul suo ultimo libro “Strasse – Luoghi della memoria o memoria dei luoghi?”.

“La memoria serve sempre. La memoria del passato recente aiuta a capire meglio il presente e il domani. Nei miei libri, sia quelli legati al giornalismo, sia i “gialli” degli ultimi quindici anni, ho sempre utilizzato la memoria su alcuni fatti o personaggi degli anni ‘60 ’70. ’80 e ’90. Così gli “anni di piombo” che hanno sconvolto la vita genovese, oltre a quella italiana, tra il 1974 e il 1981, quelli dei grandi cambiamenti politici, ma anche la completa “rilettura” della città in preparazione del Cinquecentenario della Scoperta dell’America. Cronaca nera certamente, ma anche culturale, pensando all’epopea dello Stabile diretto da Ivo Chiesa e Luigi Squarzina, agli scrittori passati da Genova come Antonio Tabucchi per alcuni anni docente nella nostra Università, alla ricostruzione del teatro Carlo Felice.

Rileggendo i miei “gialli” dal primo “Troppe buone ragioni” editto dal Melangolo nel 2010, poi “Le povere signore Gallardo” e “Bésame mucho” con Mondadori, fino agli ultimi “Il cardinale deve morire”,

“Le ombre di Genova” e “I delitti del Bianco” per gli editori Fratelli Frilli, i luoghi sono sempre stati importanti presenze nelle storie raccontate. Storie di fantasia che, sempre, hanno fatto riferimento a fatti della realtà.

Luoghi della memoria che, logicamente, partono da Genova, da Genova di Circonvallazione, tra la Spianata amata da Giorgio Caproni, ma anche palcoscenico del sequestro di Piero Costa da parte delle

Br fino al giardino con glicine della sua casa natale ricordato da Fernanda Pivano. Poi i “caruggi” di Ravecca, salita della Fava Greca fino al bagolaro di piazza del Ninfeo, a Campopisano e a Santa Maria di Castello. Poi la Roma papalina del conclave del 1958 (nel romanzo “Il cardinale deve morire”) il Vaticano ma anche la basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, affrescata dal Pomarancio con incredibili scene horror di martirii.

Una Parigi alla ricerca di luoghi del commissario Maigret e una Lisbona sali&scendi sulle tracce del dottor Pereira dell’omonimo romanzo di Tabucchi. Infine le vallate: l’Ossola della mia adolescenza con le storie raccontate dal nonno, dal tragico volo di Geo Chavex sulla Alpi nel 1910 ai quaranta giorni della Repubblica dell’Ossola settembre-ottobre 1944, nella quale brillarono le intelligenze del grande latinista Concetto Marchesi e del filologo Gianfranco Contini. Ma anche la Val d’Aosta delle imprese storiche di Walter Bonatti, dei soggiorni anni Cinquanta di Palmiro Togliatti dei film hollywoodiani con Errol Flynn. E a chiudere i ricordi la valle d’Itria, in Puglia, tra Ceglie Messapica, Martina Franca e Locorotondo, amata di Camilleri, e oggi scoperta dalla politica.

Ecco i luoghi che ho spesso raccontato sono questi. Non solo con storia e arte, ma anche con la musica e la cucina che rendono ogni libro anche “giallo” più digeribile.”